#3 LINUX FA SCHIFO: uno sviluppo non proprio efficiente?

By Salvo Cirmi (Tux1)

bug

Ok il terzo capitolo volevo farlo decisamente più comico, inserendo….ahh non posso dirvelo. Ma avrei voluto, sappiatelo.

Alla fine ho optato, utilizzando tutti i miei neuroni rimasti, per un argomento un po’ più serio ed articolato, qualcosa che riguardasse nel profondo il mondo dello sviluppo Linux e, più in generale, quello del mondo Open-Source (si ok, non tutti i software si sviluppano con gli stessi strumenti, ma Git è piuttosto diffuso nell’ambito free).

Prima di iniziare, come sempre, devo introdurre una premessa (per evitare di essere scuoiato vivo, so che avete i denti affilati), ci tengo a ribadire che il seguente contenuto non è da intendere come “ah ma ti stai lamentando di Linux?” ma invece come “mi hai fatto riflettere su un aspetto molto interessante, un aspetto migliorabile, facendomi anche fare 4 risate :D”.

Oggi tratteremo l’eccellente, preciso e privo di errori l’indecente mondo dello sviluppo software su Git e piattaforme simili.

Le basi: chi ci lavora dietro?

Al mondo esistono due tipi di sviluppatori (così come due tipi di persone):

  • quelli che sviluppano software previo pagamento;
  • quelli che sviluppano software in maniera totalmente gratuita.

ora, a prescindere da cosa sia giusto o meno (premetto che sono convinto che sia corretto farsi pagare per svolgere un lavoro, qualunque esso sia| si, ci sono eccezioni eh), chi lavora dietro al mondo Linux (e in generale, dell’Open-Source), tranne qualche rara eccezione (vedi Canonical, OpenSUSE ecc.) non viene pagato. Svolge il proprio lavoro gratuitamente ed in favore della comunità Open-Source.

Un software sviluppato…ma come?

Dovete sapere che, quando uno sviluppatore decide di partorire il proprio obbrobrio creare la propria opera d’arte, rendendola disponibile per tutti, sia essa un intero programma, un tool, una piccola patch o una semplice linea di codice, quest’ultima viene caricata su un software di controllo versione distribuito, come ad esempio:

  • Git (creato direttamente da Torvalds, il kernel e le patch vanno lì infatti);
  • Bazaar;
  • Mercurial;
  • BitKeeper

ciò permette di inserire il proprio lavoro e renderlo visionabile a tutti gli altri sviluppatori, in maniera da costruire quindi un lavoro distribuito e ben organizzato.

Riepilogando, semplicisticamente, io vado ad inserire una linea di codice e tu, che sei uno sviluppatore dall’altro parte del globo terrestre, puoi vederla e, se vuoi, modificarla.

Un sistema dove centinaia di migliaia di sviluppatori, liberamente, senza essere pagati e nel proprio tempo libero possono caricare chissà quante linee di codice come capita prime ed a proprio piacimento. Cosa potrebbe mai andare storto?

La disponibilità di software Open-Source continua ad aumentare a ritmi impressionanti, ormai da diversi anni, e sembra proprio non volersi fermare.

Si, è FANTASTICO avere tutti questi programmi, tutti questi tool, questi aggiornamenti, queste patch, cicciobello e i wurstel affumicati sul legno di faggio in Alto-Adige, ma quanti di questi funzionano bene?

Quanti di questi programmi/tool, funzionano alla stessa maniera per tutti? Quanti di questi hanno un numero di bug talmente basso da potersi definire stabili?

La risposta è difficile, ed è probabilmente uno dei più grandi talloni d’Achille del mondo Open-Source e, a grandi linee, del mondo Linux.

Quindi mi staresti dicendo che Linux è semplicemente un sistema inutile e pieno di bug?

Si No. No dai ragazzi, sul si ero molto ironico, non mi azzarderei mai, io stesso amo Linux.

E’ incredibile, è fantastico che il mondo Open-Source (e Linux) abbia un così enorme numero di partecipanti, di persone che nel tempo libero riescono a creare software eccezionali, che su Windows magari nemmeno esistono e arriveranno tra qualche anno (ogni riferimento alla differenza di funzioni tra Windows 7 e Windows 10 spudoratamente copiate da Linux è puramente casuale).

Tuttavia, è innegabile (oltre che irreversibile) che degli sviluppatori pagati, con un progetto organizzato e seguito da una o più aziende, svolgano un lavoro migliore e con un numero di bug inferiori.

Ma questa, è un po’ la storia di ciò che costa poco e ciò che costa tanto: non sempre ciò che ha un prezzo superiore offre, nel complesso, qualcosa di migliore (ma è anche vero che, all’aumentare del prezzo, dovrebbe conseguirne una maggiore possibilità che il prodotto offra qualcosa in più).

Diciamo, come altro punto in favore, che il mondo Open-Source in genere, a causa di questa progettazione sparsa del software, partorisce idee molto creative e particolari prima di chi ha già organizzato un proprio software. Proprio perché il progetto non è fisso, proprio per la mancanza di rigidità.

Al prossimo capitolo della rubrica LINUX FA SCHIFO (oh, non scappate eh, ci sono ancora molte cose da raccontare!)

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