Raffreddare il computer

By Peppe Labor

La temperatura interna del computer non deve mai alzarsi troppo: quanto sia “troppo”, dipende dai dispositivi installati, ma temperature nell’ordine dei 70 °C per la CPU, 55 °C per i dischi rigidi e 45 °C per la scheda madre sono già sicuramente al limite, in qualche caso addirittura eccessive (bisogna controllare le temperature sopportate dai singoli componenti e dispositivi effettivamente installati).
Una regola empirica molto semplice, tanto per cominciare, è che il telaio esterno non si deve scaldare: se al tatto risulta tiepido, vuol dire che qualcosa non va sicuramente. Dato che i telai in genere sono in acciaio e l’acciaio si raffredda più rapidamente della plastica, se il telaio è tiepido significa che internamente molti dispositivi sono sottoposti a una temperatura pericolosa.
La forma più semplice di raffreddamento è data dalla ventilazione: tutti i case sono dotati di almeno due aperture per l’ingresso/uscita dell’aria, a cui si applicano ventole per favorire il movimento dell’aria stessa; anche gli alimentatori, e spesso CPU e schede grafiche, sono forniti di ventola. Bisogna però che le ventole svolgano bene il loro compito: polvere, peli di animali possono ostacolarne il funzionamento.
Si fabbricano ventole sempre più silenziose, e i case moderni hanno anche buone proprietà di isolamento acustico, ma comunque un po’ di rumore si genera sempre: qualsiasi variazione del rumore, avvertibile a orecchio, è probabilmente indice di qualcosa che non funziona a dovere.
La pulizia regolare di ventole e aperture è di fondamentale importanza.
È bene tenere controllata anche la posizione dei cavi all’interno della macchina: soprattutto se sono installati parecchi dispositivi interni (più dischi, molte schede di espansione ecc.) è possibile che i cavi si aggroviglino e finiscano per ostacolare il flusso dell’aria.
Quando si acquista un computer di marca già assemblato e lo si usa normalmente, il problema più comune in cui si può incorrere è proprio quello della polvere; ma se si potenzia una macchina, la si espande con ulteriori dispositivi, aggiungendo per esempio hard disk, schede grafiche più potenti e così via, o se si sperimenta con le tecniche di overclocking (cosa sconsigliabile ai meno esperti) la temperatura interna può diventare un problema, ed è opportuno tenerla regolarmente sotto controllo e, nel caso, prendere subito provvedimenti.
Su molti dispositivi (CPU, processori grafici ecc.) è comune la presenza di dissipatori di calore, alette metalliche che aumentano la superficie da cui può essere liberata energia termica, con l’aggiunta magari anche di ventoline che disperdono più agevolmente l’aria riscaldata. I dissipatori forniti di serie con questi dispositivi sono normalmente adeguati, ma in genere è possibile sostituirli ove opportuno con altri dissipatori di qualità migliore. Bisogna verificare peraltro che le ventoline non spostino l’aria in direzioni contrastanti con il flusso principale nel case, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione anziché migliorarla.
Nel caso di macchine spinte a prestazioni estreme, esistono anche forme di raffreddamento ad acqua: è poco sensato installare un sistema del genere in un case non studiato appositamente, conviene sostituire il vecchio case con uno correttamente predisposto. Il sistema è in linea di principio abbastanza semplice: sostanzialmente, una pompa nella parte superiore del case spinge liquido di raffreddamento lungo tubi che attraversano il case. Il liquido assorbe calore e viene ripompato nella parte superiore del case, dove viene raffreddato da ventole e ritorna in circolo.
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