Mantenere efficiente il PC: come pulire ventole e CPU

By Peppe Labor

Tale operazione viene generalmente sottovalutata, ci si limita solitamente a soffiare un getto d’aria verso la ventolina e il dissipatore della CPU.

In realtà ciò non è sempre sufficiente, e occorrerebbe smontare ventolina, dissipatore e CPU per procedere a una accurata pulizia, ma tale operazione non viene il più delle volte effettuata, vuoi a causa della difficoltà dell’operazione, vuoi a causa dell’eventuale inesperienza dell’utente.

Questa pulizia andrebbe praticata almeno una volta all’anno, pena malfunzionamenti del PC.
Un primo sintomo che la CPU necessita di un’accurata ripulitura è l’elevata temperatura che raggiunge: una temperatura di 70°C è già da considerarsi eccessiva (la mia ha raggiunto anche gli 85°C) e comunque a tali livelli generalmente il PC inizia a effettuare degli shutdown imprevisti.
Se questo è il vostro caso, controllate tramite l’apposita sezione del BIOS la temperatura: il più delle volte è sopra i 70°C, ed è un chiaro sintomo di intasamento della ventolina e del dissipatore.
Non va trascurato inoltre il fatto che l’accumulo di polvere, oltre che rallentare se arrestare del tutto la ventolina, rischia, come già detto, di provocare malfunzionamenti in presenza di umidità e basse temperature.
Occorre quindi munirsi di pazienza e smontare il blocco ventola/dissipatore, che generalmente è mantenuto fissato alla CPU tramite una o più mollette elastiche.
Si sconsiglia di estrarre la CPU dallo zoccolo se non in casi particolari in cui si renda necessario. Fatto ciò si procede a una pulizia profonda della ventolina e del dissipatore, mediante il classico getto di aria compressa.
Un’avvertenza: mentre utilizzate il getto d’aria per ripulire le palette della ventola, tenete ferma con un dito la ventola stessa, altrimenti correte il rischio di porla in rotazione a velocità eccessive, danneggiando cuscinetti e motorino.
Fatto ciò, occorre tassativamente dapprima ripulire per bene le due zone di contatto dissipatore-CPU dai residui di pasta termoconduttiva, utilizzando acetone, alcool isopropilico o benzina rettificata per accendini, dopodiché si stende un nuovo strato di pasta siliconica (senza esagerare, ne basta una piccola quantità che sia sufficiente a formare uno strato di 1 mm circa sulla superficie di contatto), e si riassembla il tutto

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