Chi ha Windows 10 non potrà più scaricare file da torrent?

By Jessica Lambiase

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Che sia giusto o no, la pirateria informatica finalizzata alla lesione del copyright è un fenomeno che esiste e che non è destinato a morire in un futuro prossimo: ogni giorno, vengono scaricati illegalmente TB e TB di materiale protetto da copyright suddiviso tra film, musica, applicazioni, libri e chi più ne ha più ne metta.

Ad oggi il mezzo di download di materiale pirata preferito dai più è proprio la rete BitTorrent (affettuosamente chiamata torrent), nata inizialmente per favorire un sano scambio di contenuti leciti ma trasformatasi col tempo in un’intricata rete di siti e tracker – diffusi sia nella rete superficiale che nella darknet – in grado di offrire all’utente praticamente tutto ciò che cerca.

Una macchina che difficilmente può essere fermata e che data la sua natura decentralizzata teme pochi rivali, tuttavia proprio da alcuni grandi nomi dei tracker presenti sulla rete oscura – parliamo di quei tracker e quei portali che per primi mettono le mani ed iniziano la condivisione di materiale protetto – arriva la notizia del giorno: i titolari sono terrorizzati da Windows 10 e dalle sue apparentemente forti mancanze in termini di privacy, tanto da pensare di impedire l’accesso ai tracker agli utenti che eseguono tale sistema operativo.

In realtà il team che muove le redini del celebre gruppo iTS l’ha già fatto e, oltre a risuonare nella darknet, questo sermone sempre più insistente risuona anche “in superficie”: come specifica TorrentFreak, infatti, a terrorizzare i gestori dei tracker è la possibilità di vedersi tracciato ed identificato il proprio materiale a causa di chi utilizza Windows 10 poiché nei termini di utilizzo del sistema operativo Microsoft si riserva il diritto di rilasciare aggiornamenti che blocchino l’esecuzione di giochi contraffatti.

Inoltre, i pirati sarebbero convinti che Windows 10 invii il contenuto del disco direttamente ad uno dei loro server” e che Microsoft collabori con un’azienda denominata MarkMonitor, in grado di identificare le persone che scaricano da Internet.

Microsoft effettivamente collabora con MarkMonitor già da qualche tempo – per obiettivi di vario tipo, tra cui la prevenzione dello scam – tuttavia non è possibile definire con precisione il tipo di dati che invia tramite il sistema operativo Windows 10; nel dubbio, però, i team che muovono le redini del torrent sono ben disposti nel decidere di frenare: ciò significa che gli utenti Windows 10 potrebbero essere bannati dai tracker e non potervi più accedere il che, se i tracker pirata che bloccano il sistema operativo dovessero aumentare sempre di più, significa che chi usa Windows 10 non sarà più in grado di scaricare materiale protetto da copyright tramite la rete torrent.

Bisogna comunque tener presente che è possibile “alleviare” in qualche modo il transito dei dati dal proprio PC Windows 10 ai server Microsoft spegnendo qualche interruttore: i gestori dei tracker potrebbero pubblicare delle informative che “educano” gli utenti ad agire in tal senso, ma la paura sembra essere davvero troppa.

E’ giusto? Non lo è? Ai posteri l’ardua sentenza: al di là dei moralismi sull’eticità o meno dei download pirata, pare che Microsoft stia ottenendo esattamente ciò che vuole ottenere, ma facendo fare il cosiddetto “lavoro sporco” al suo nemico.

Ouch.

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