L’impatto della consapevolezza, intervista a Monica Caboni

Per questa intervista torniamo in Sardegna per parlare di impatto elettrico e sensibilità verso l’ambiente con Monica Caboni.

Monica Caboni

Monica è nata e cresciuta in Sardegna, laureata a Cagliari in Ingegneria Elettrica, ha partecipato al programma per StartUp chiamato Contamination Lab.

Attualmente si sta specializzando in ingegneria dell’Energia Elettrica a Bologna. Possiamo trovare online “Impatto Elettrico” il suo blog che parlano di energia elettrica e di tutti gli argomenti ad essa correlata, visti con un occhio etico e sostenibile.

Ma ora tocca a lei parlare!

Da Cagliari a Bologna, com’è stato questo salto?

Dopo la laurea triennale cercavo nuovi stimoli e così ho deciso di partire. Ho trovato un corso magistrale in ingegneria dell’energia elettrica a Bologna, città che avevo già visitato diverse volte e mi sembrava un bel posto in cui poter vivere.

Pensavo che sarebbe stato facile partire e trasferirmi altrove e invece ci ho messo un po’ prima di abituarmi ad essere lontana da casa. Oggi mi sono ambientata bene e sono molto felice di essere partita.

Quali sono i motivi che ti hanno spinto ad aprire un blog?

Era da tempo che desideravo aprire un blog per condividere con gli altri quello che mi appassiona ma trovavo sempre una scusa per rimandare. Quest’anno mi sono decisa. Per me questo blog rappresenta una bella sfida perché ho una formazione scolastica prettamente tecnica ed è facile parlare con colleghi e professionisti di questi argomenti, molto meno lo è spiegarli ai non addetti ai lavori e cercare di renderli comprensibili e affascinanti.

Si pensa sempre che la scienza sia prerogativa degli scienziati invece riguarda tutti quanti noi quotidianamente. Ho anche deciso di dedicare una sezione a giochi, libri e documentari per bambini che parlano di energia per rendere più divertente e stimolante l’educazione scientifica dei più piccoli.

I blog vengono scritti da una sola persona, tu invece hai scelto altre due professioniste per accompagnarti. Cosa può regalare un blog scritto a più mani?

Quando ho deciso di aprire il blog non avevo previsto di dare spazio ad altri autori, poi parlando del mio progetto con altre persone ho trovato il mio stesso entusiasmo, la passione per la scrittura la voglia di condivisione. Questo mi ha fatto pensare che altre persone potessero arricchire il blog con i propri consigli e le proprie esperienze e dare un contributo che da sola non sarei riuscita a dare stimolando ulteriormente i lettori.

Se “ognuno di noi può fare la differenza, ma per fare scelte etiche e sostenibili bisogna prima di tutto conoscere”, da dove bisogna partire?

Da un certo periodo in poi della mia vita ho sviluppato una forte sensibilità nei confronti dell’ambiente grazie alla lettura di libri, riviste e documentari e ho deciso che volevo cambiare alcuni miei atteggiamenti poco sostenibili.

Secondo me il punto di partenza è sempre l’informazione, bisogna chiedersi cosa sta succedendo nel mondo e cosa possiamo fare per migliorare le cose.

Attenzione però, è importante imparare a distinguere le fonti, le notizie vere dalle “fake news”.

Hai partecipato al Contamination Lab, in una delle mie edizioni preferite, com’è stata questa esperienza?

Nel 2015 ho superato la selezione per la terza edizione del Contamination Lab UniCa, un progetto dedicato a studenti e neolaureati dell’Università di Cagliari. Per chi non ne avesse mai sentito parlare il Contamination Lab è un percorso formativo in cui si impara con la pratica a mettere in piedi una start-up.

I ragazzi provenienti da ambiti disciplinari diversi vengono divisi in gruppi e grazie all’unione delle proprie competenze sviluppano un’idea imprenditoriale. Le start-up con i progetti migliori partecipano alla tanto ambita “finale” e alla fine saranno solo tre quelle che riceveranno dei premi in denaro per proseguire. Devo essere sincera, quando mi sono iscritta per la selezione non avevo idea cosa volesse dire realmente far parte di una start-up e di come si potesse fare impresa. Mi sono sentita catapultata in un altro mondo.

Partecipare al C-Lab è stata un’esperienza che mi ha permesso di mettermi alla prova come non avevo mai fatto prima. È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita e che mi ha fatto crescere e maturale sia dal punto vista personale che da quello professionale. All’interno del C-Lab si impara a diventare più resilienti, si impara a confrontarsi con gli altri e soprattutto a collaborare e cooperare con gli altri team. È un percorso che consiglio a chiunque abbia la possibilità di farlo.

Nella StartUp che ha partecipato a questa competizione eri CTO, vuoi raccontarci di più di questo ruolo?

Io e il mio team avevamo progettato e costruito un vaso tecnologico per agricoltura urbana. Il mio compito è stato quello di progettare il prototipo dal punto di vista dell’elettronica: dalla scelta dei componenti e dei sensori alla programmazione di Arduino per permettere al vaso di annaffiarsi da solo quando i livelli di umidità erano inferiori alla soglia minima ma impedendo di farlo durante le ore di sole (altrimenti le goccioline d’acqua sulle foglie esposte alla luce del sole avrebbero fatto seccare la pianta). Avevamo previsto anche l’erogazione automatica di biopesticidi per allontanare gli insetti.

Quando abbiamo scelto questo progetto io non avevo mai usato Arduino e ho dovuto studiare per imparare a programmarlo. Fortunatamente avevamo la possibilità come start-up di assumere dei dipendenti (altri studenti dell’Università di Cagliari) e pagarli in termini di CFU. Così ho imparato anche a gestire un dipendente che mi ha aiutato nello sviluppo del prototipo, nella scelta dei componenti e a saldare, cosa che non avevo mai fatto prima di allora.

Grazie per le tue risposte, quali contatti suggeriresti a chi vuole iniziare a seguirti?

Grazie a te per questa chiacchierata.

Il blog è ancora piccolo ma ogni settimana aggiungo nuovi contenuti: dal risparmio energetico ai veicoli elettrici.

Vi lascio l’indirizzo: impattoelettrico.com.

Mi trovate anche sui social Instagram e Facebook  sotto il nome di impattoelettrico.

L’articolo L’impatto della consapevolezza, intervista a Monica Caboni proviene da Matteo Enna.

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