Facebook voleva avere accesso ai dati utente tramite le Banche

By Alessandro Rossano

Secondo un articolo pubblicato il 18 Settembre dal Wall Street Journal , Facebook ha cercato per anni di entrare in possesso dei dati finanziari dei suoi iscritti, entrando in conflitto diretto con molte società finanziarie.

Il mezzo che Facebook voleva usare

Pare che Facebook fosse intenzionate ad usare come tramite il suo famoso servizio di messagistica, Messenger. L’azienda avrebbe voluto ottenere le informazioni contenute nelle chatbot che le Banche usano per comunicare in modo automatizzato coi propri clienti. Circa lo scopo di tutto ciò, Facebook ha più volte affermato di voler maneggiare le suddette informazioni per meglio targettizzare le pubblicità proposte ai suoi utenti.

Ovviamente, dopo lo scandalo della società Cambridge Analytica, che ha visto coinvolto anche Facebook, la società ha perso molta credibilità, soprattutto in situazioni come il controllo dei dati personali degli utenti.

Facebook tuttavia, ha subito garantito ai suoi iscritti maggiore controllo sulle proprie informazioni e sul modo in cui esse sono raccolte, cambiando oltretutto la sua politica sulla privacy escludendo al meglio possibili fraintendimenti. A conferma di ciò, la portavoce Elisabeth Diana ha assicurato al WSJ che:

“Come altre compagnie online, ci affianchiamo alle istituzioni finanziarie per migliorare le esperienze commerciali delle persone, ad esempio assicurando un miglior servizio clienti, e le persone optano per queste esperienze”.

A seguito di ciò ha anche garantito di “sottolineare ai loro partner” l’importanza della sicurezza delle informazioni degli utenti.

Il patteggiamento di Facebook

Negli anni però, i termini di negoziazione tra Facebook e le società finanziarie sono passati dalla pura prerogativa di possesso da pare del social network alla restrizione di accesso alle informazioni operata dalle società. “Più di una dozzina” di compagnie finanziarie hanno stretto tali accordi, appositamente prima della conferenza degli sviluppatori di Facebook, ove moltissime aziende hanno presentato servizi integrati a Messenger.

Tra queste compagnie finanziarie troviamo colossi come PayPal e Western Union che hanno iniziato a stringere accordi di partnership con Facebook. Una in particolare, American Express, era in trattativa dal 2016 per creare una chatbot che permettesse ai propri clienti di venire a conoscenza delle transazioni effettuate e di ricevere addirittura ricevute d’acquisto.

In ogni caso, dopo i tumulti che hanno seguito lo scandalo Cambridge Analytica, dubitiamo che Facebook voglia ancora passare guai a causa di una cattiva gestione dei dati utente. Ma la priorità è sempre la stessa: offrire ai suoi iscritti pubblicità sempre più personalizzate e far in modo che essi possano passare sempre più tempo all’interno del “web in miniatura” che Facebook sta tentando di creare.

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