Netflix deludente, molti italiani si lamentano: perché? [Editoriale]

By Giuseppe F. Testa

Netflix

Non potevamo mancare le polemiche sull’arrivo di Netflix, altrimenti non saremmo in italia! Il servizio è appena arrivato e per chiunque abbia sottoscritto l’abbonamento al day-one è un servizio gratis (per un mese), ma già si sentono tantissime lamentele sul servizio on-demand americano.

Analizziamo tutti gli aspetti delle critiche, provando a ragionare con un po’ più di raziocinio.

Non c’è il diritto di recesso

Prima di attivare l’account Netflix viene a chiare lettere indicato che l’utente finale rinuncia al diritto di recesso prima di proseguire. Molti hanno visto in questo una mossa che viola i diritti dei consumatori italiani, facendo partire una campagna anti-Netflix.

Nessun diritto viene leso in realtà: Netflix offre un mese (il recesso invece può essere applicato entro i 14 giorni) di visualizzazione gratis di tutto il suo catalogo e, se non soddisfatti, possiamo disdire il nostro account in qualsiasi momento, una forma di tutela molto più sicura del recesso visto che si applica per tutto il primo mese, non entro i 14 giorni canonici. Se all’ultimo giorno di prova gratis non vogliamo continuare con Netflix, basterà disdire l’abbonamento e tutti felici. Il “try & buy” non è una filosofia diffusa in Italia, ecco perché a molti spaventa.

Netflix vuole un metodo di pagamento valido all’atto dell’iscrizione

Questa cosa ha tenuto lontano molti utenti italiani, terrorizzati dal fatto di dover fornire dei dati di pagamento fin da subito, anche per la prova gratuita. Non c’è nulla da temere: il metodo serve per chi vuole andare oltre il mese di prova, così non deve cliccare nessun tasto o fare nuove procedure d’iscrizione. Fin dalla prima iscrizione il servizio verrà fornito oltre il primo mese di prova, sarà solo scrupolo dell’utente finale scegliere se proseguire (senza dover cliccare nulla) oppure disdire prima della fine del primo mese (gratis).

Se non cliccate su Disdici Abbonamento alla fine del mese, comunicate automaticamente a Netflix la volontà di continuare ad usufruire del servizio, ecco perché è necessario fin da subito un metodo di pagamento. Nessun soldo verrà scalato nel primo mese di prova (Netflix mostra chiaramente il giorno di fine del mese di prova, e manda un’email di avvertimento 3 giorni prima della scadenza del mese).

La nuova TV in italia, l’emittente Netflix

Vediamo il punto uno dei punti più cruciali: nonostante molti l’abbiano presentato come “la nuova TV, la nuova emittente in Italia”, Netflix non è un’emittente, è un negozio di noleggio online. Così è nata (con i DVD a nolo) così è ancora adesso, nonostante si sia spostata completamente in digitale via Internet. A differenza del noleggio a cui siamo abituati (paghi, vedi, restituisci), paghiamo un abbonamento per prendere qualsiasi cosa troviamo nel suo catalogo.

Non è un’emittente anche perché non esiste palinsesto: un utente sceglie cosa vedere nel catalogo e lo vede, senza seguire una scaletta prefissata. Al massimo ci sono i consigli in base a ciò che abbiamo già visto, ma il servizio è completamente on-demand, “a richiesta”. Questo quindi smonta anche l’ipotesi di trattarla come nuova TV: non è una TV, ma può (per certi versi) rimpiazzare la vecchia TV, specie se quest’ultima offre contenuti non interessanti.

Il catalogo è povero, mi aspettavo di meglio

I contenuti, altra nota dolente per i detrattori: il catalogo di partenza di Netflix (per molti) è povero, ci sono davvero pochi film recenti, ancor meno serie TV gettonate.

Analizziamo la cosa: Netflix non è un’emittente, ma una videoteca. Vien da sè che il catalogo disponibile dipende da precisi accordi e disponibilità dei produttori e delle major nel paese servito (in questo caso l’Italia), che decidono cosa far uscire e quando vendere un loro prodotto ad altri soggetti.

Il catalogo Netflix è in realtà immenso, infinito, ma con gli attuali accordi economici un utente italiano non può vedere tutto quello che offre il catalogo: Netflix “legge” il nostro IP, ci “geodefinisce” come italiani e ci fa vedere i contenuti autorizzati per l’Italia.

Tutto qui: finché i produttori di determinate serie TV o le major di film non raggiungono un accorto con Netflix, tali contenuti non li vedremo in Italia. È il caso di:

  • Game of Thrones, prodotto esclusivo HBO
  • The Good Wife, prodotto CBS
  • Breaking Bad, Better Call Saul sono prodotti AMC (disponibili su Netflix, ma non in Italia)
  • The Walking Dead, prodotto AMC (disponibile su Netflix, ma non in Italia)

A questo aggiungiamo le serie TV e i film ceduti in esclusiva ai concorrenti in italia (Sky e Mediaset), il quadro è chiaro: Netflix punta all’inizio sulle sue serie TV per l’Italia; Narcos, Daredevil, Sense8, Bloodline e altri in arrivo sono produzioni prodotte da Netflix stessa, può farci quello che vuole (ed infatti sono disponibili in Italia) e sono i cavalli di battaglia per l’esordio sul mercato italiano.

L’unica vera nota dolente (per il sottoscritto): House of Cards è un prodotto Netflix, ma Sky un anno fa ha fiutato l’affare e si è accaparrata i diritti esclusivi per l’italia (sul canale Sky Atlantic). Finché questi accordi non termineranno, niente avventure noir alla casa bianca per gli utenti Netflix. All’ultimo secondo Netflix ha raggiunto l’accordo per Orange is the new Black, altra serie TV Netflix ceduta in esclusiva a Mediaset (ora in compartecipazione).

A prova di questo discorso: volete vedere la disponibilità del catalogo Netflix in Svizzera, dove vigono altri accordi commerciali?

Chomecast e Netflix

Questo catalogo farebbe gola a praticamente qualsiasi utente italiano, ma per il momento non è disponibile. Ma non dobbiamo disperare: Netflix pian piano cercherà di allargare il suo catalogo, inserendo i film più famosi mancanti, le serie TV più accattivanti e i documentari di maggior successo.

Netflix non è la nuova TV: è il futuro, un futuro con meno pirateria e maggiore qualità per tutti.

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