Dota 2: non chiamatelo soltanto gioco!

By Rosario Scavino

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Dota 2 è senza alcun dubbio uno dei videogame più di successo di sempre, successore di Dota: Defense of the Ancients (una mappa custom creata con il World Editor di Warcraft III) che si fece largo nella community con le proprie innovative idee molto apprezzate dai gamer.

Uno dei punti di maggior forza di Dota, e di conseguenza di Dota 2, è l’immensa profondità che il gioco possiede; ed è di fatto davvero complicato spiegare di che genere di gioco si tratti senza necessariamente essere “riduttivi” (qualsiasi meccanica di cui parleremo nell’articolo, meriterebbe un intero articolo per poter essere sviscerata).

Dota 2 viene sviluppato da Valve Corporation su Source Engine, come MOBA free to play, e può essere giocato su macOS, Linux e Windows. Questo contribuisce vistosamente al numero di giocatori collegati al gioco in un qualsiasi momento della giornata, che sia pomeriggio o notte fonda.

Il gioco porta al confrontarsi di due squadre, composte ognuna da cinque membri, che hanno come obiettivo principale quello di annientare la base della squadra avversaria. Ogni giocatore ha il controllo di un “eroe” con il quale potrà partecipare agli scontri con i nemici e con la giusta esperienza determinarne gli esiti.

Gli scontri avvengono un po’ in tutta la mappa con una particolare concentrazione su quelli che sono i tre sentieri principali che portano alle basi delle squadre, sentieri che hanno a loro difesa delle torri che vanno necessariamente distrutte per poter attaccare l’obiettivo principale e quindi conseguire la vittoria.

La mappa è un concetto di vincente isometria imperfetta, è composta da due basi avversarie che si trovano agli angoli estremi di sud-ovest (per il team Radiant) e di nord-est (per il team Dire), da qui si sviluppano tre sentieri che si incontrano tra loro come in figura e che, oltre ad ospitare le torri da distruggere, sono le tre arterie su cui i “creeps” cercheranno di farsi largo in direzione della base avversaria in totale autonomia.

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I creeps sono delle unità controllate dal gioco stesso e si dividono in creeps di linea e creeps neutrali:

  • i creeps di linea sono a loro volta suddivisi in unità che attaccano a distanza, unità da corpo a corpo e speciali unità d’assedio;
  • i creeps neutrali sono invece delle unità molto più forti e resistenti dei creeps di linea, che si trovano in speciali punti della mappa, in sentieri un po’ isolati e non battuti dai creeps di linea.

Tutti i creeps quando vengono uccisi danno una ricompensa in oro (per l’eroe che ha sferrato il colpo fatale) e di esperienza per tutti gli eroi che si trovano ad una certa distanza al momento dell’uccisione. I creeps sono infatti la principale fonte di guadagno per un eroe che si trova a cominciare una partita di Dota 2; il quanto sapientemente saprà calcolare come dare l’ultimo colpo determina quanto oro sarà in grado di accumulare.

Specialmente nelle fasi iniziali della partita è fondamentale avere un buon controllo dei creeps, soprattutto perché è possibile per il nostro avversario negare l’oro di un creep della propria fazione uccidendolo con tempismo, lasciandoci così a bocca asciutta.

Nei primi minuti è determinante il numero di creeps negati all’avversario, non solo perché l’oro ne risente ma anche l’esperienza viene negata in una certa percentuale (creando quindi divari tra i due avversari legati unicamente alla propria abilità nel controllo di questa particolare meccanica).

Fatte le dovute premesse tecniche riguardanti il gioco ed una sua grossolana spiegazione, permettetemi adesso di parlarne un po’ in modo personale, perché davvero una spiegazione simile non rende alcun onore a Dota 2.

Sei un fan degli sparatutto? Ti piacciono prevalentemente i giochi di ruolo? Gli strategici sono i giochi che preferisci?

Perfetto.

Dota 2 ti permette di collaborare con gli altri membri del tuo team ed andare in giro per la mappa a fare veri e propri agguati a spese degli avversari meno accorti. Qualche volta l’istinto di un giocatore di shooters sarà la chiave del successo di una data azione, altre volte sarà necessaria l’arguzia di un giocatore di rts per avere la meglio (ed il tutto vale anche per gli avversari che cercheranno di difendersi da quell’imboscata).

La riuscita di queste azioni, chiamate gank, favorisce enormemente il guadagno di livelli del proprio eroe e dell’oro guadagnato, poiché i creeps rappresentano il primo mezzo di sostentamento nel gioco, ma l’uccisione degli eroi è un qualcosa che può cambiare gli equilibri di una partita intera in quasi qualsiasi momento (tanta è la quantità di oro e di esperienza che si può guadagnare uccidendo un dato eroe).

La meccanica principale legata all’oro e all’esperienza è semplicissima e per questo può far pensare che non sia bilanciata: più oro si accumula, più oggetti si possono comprare; più oggetti si possiedono, più è semplice uccidere gli avversari.

A questo si può aggiungere che più si uccidono avversari e più livelli di guadagnano, il che rende ancora più semplice uccidere gli avversari che rimangono “indietro” rispetto a chi sta dominando la partita in un dato momento; e magari aggiungiamoci pure che nella fase iniziale del gioco non c’era stato un buon controllo dei creeps in linea e che quindi l’oro già scarseggiava.

Sarebbe davvero facile parlare di sbilanciamento, ma è qui che la profondità di Dota 2 soprende e fa innamorare; poiché è possibile scegliere tra più di 100 eroi tutti con abilità davvero diverse tra loro e tra più di 130 oggetti da comprare (e combinare tra loro a seconda dell’effetto che si ritiene più utile in quel match), si ha a che fare con dei livelli di abilità che possono sovvertire un’intero game durato già più di 30 minuti.

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Quante volte un nostro compagno di team dimostra improvvisamente maggiore competenza quando raggiunge un determinato livello con il suo eroe a differenza di tutto il resto della partita, o quante volte il modo in cui sa utilizzare un determinato oggetto (comprato con tanto tempo e fatica) riesce a risollevare le speranze di tutta la squadra.

Innumerevoli poi sono le volte che gli avversari (o anche i nostri compagni, se non noi stessi) peccano un po’ di superbia in una partita che stavano fino a quel momento dominando e finiscono con il farsi uccidere, dando agli avversari un enorme bonus in oro ed esperienza. Sono sensazioni che solo Dota 2 è in grado di regalare (insieme chiaramente allo sconforto, quando capita a noi o al nostro team eheh).

Tornando un po’ formali a parlare del gioco, abbiamo a che fare con un titolo che non è per niente semplice da giocare professionalmente. L’abilità richiesta da Dota 2 è principalmente quella mnemonica, poiché tutti gli intrecci possibili tra gli eroi in partita e gli oggetti da poter comprare, lo rendono davvero molto simile all’imparare una lingua; e proprio come una lingua che si sta imparando, non c’è modo di evitare continui errori e strafalcioni che pian piano portano alla sua padronanza.

Nessun gioco a livello professionale è fatto per giocatori impazienti, ma Dota 2 non permette di essere impazienti nemmeno nel suo approccio più superficiale; il gioco richiede necessariamente attenzione, capacità e volontà di collaborare con il proprio team ed una naturale predisposizione per accettare i propri errori (è infatti possibile riguardare i replay di tutte le partite e da qui imparare dai nostri errori e dall’esperienza di compagni e avversari, se vogliamo davvero migliorare).

Gli eroi possiedono design accattivanti e abilità molto diverse tra loro, si dividono per caratteristiche principali quali Intelligenza, Forza, Agilità.

In linea molto generale potremmo riassumere il come “livella” un eroe in questo modo: cominciamo la partita a Livello 1, con un “punto” da spendere in una delle tre abilità dell’eroe o da dare alle “stats” se preferiamo.

Le stats sono dei punti permanenti, non dipendenti dagli oggetti, che riguardano forza/intelligenza/agilità.

Ogni eroe ha circa tre abilità da poter utilizzare mano a mano che guadagna esperienza in partita, abilità a loro volta sono potenziabili per quattro livelli. Ai livelli 6, 11, 16 è possibile allenare una quarta abilità (e potenziala solo nei livelli indicati), questa è definita “Ultimate” ed è generalmente l’asso nella manica di ogni eroe, l’abilità da tenere pronta per le occasioni importanti e da non sprecare se non davvero necessario.

Il massimo livello raggiungibile è 25 ed a seconda degli eroi nel match, dagli oggetti scelti e da altre più piccole dinamiche, si hanno situazioni ed esiti molto diversi quando molti partecipanti sono ormai massimo livello (un determinato eroe a livello 25 può quasi risollevare da solo le sorti della propria squadra, improvvisamente).

Questo e molto altro è Dota 2, abbiamo tracciato insieme una linea molto generale del gameplay e cosa aspetta un videogiocatore (doveroso aggiungere che può dare enorme dipendenza, eheh), ma davvero molte altre sono le cose importanti da sapere per diventare dei buoni giocatori di Dota 2 e che vi forniremo presto in più dettagliati approfondimenti.

Perché, divertimento a parte, Dota 2 è un titolo così importante?

Vi darò due buone ragioni:

Dota 2 è ad oggi il gioco/evento singolo con il montepremi più alto della storia (ed ha superato questo suo stesso record per quasi tre anni di fila ormai), grazie al torneo gestito dalla stessa Valve Corporation che è riuscita a creare un evento da premi in milioni di dollari: The International.

La Norvegia, uno dei paesi da sempre considerati tra i migliori al mondo nei grafici OCSE, ha dall’estate del 2015 cominciato a prendere seriamente il settore degli e-sports. A Bergen è infatti possibile scegliere che le ore destinate all’educazione fisica, vengano trasformate in ore dedicate a lezioni su giochi come Dota 2 o Counterstrike (con una particolare attenzione alla postura, cattive abitudini al PC ed altre attenzioni professionali).

L’articolo Dota 2: non chiamatelo soltanto gioco! appare per la prima volta su Chimera Revo – News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.

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