Soluzioni per chat e videoconferenza OpenSource

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Con l’emergenza COVID19 la videoconferenza è diventata essenziale. E ci sono varie piattaforme disponibili. Giusto per citarne alcune: Skype, Zoom, Teams, Hangouts… Perfino WhatsApp.

A parte considerazioni su possibili costi, o sulle aspettative di privacy, avete visto cosa hanno in comune? Tutte closed-source. Possibile non ci sia niente di open-source?

I più attenti avranno già risposto: Jitsi!
In effetti Jitsi è un progetto open-source di conferenza video basata su webRTC, liberamente disponibile – e installabile. Esiste anche in cloud, se volete provarlo (o proprio usarlo: nessun limite!).

Abbiamo volutamente tolto Jitsi dall’elenco iniziale, ma la domanda in realtà cambia di poco: nessuna alternativa? Opensource.com ne ha fatto un elenco, da cui prendiamo spunto. Vi presentiamo quelli che troviamo più interessanti, e con le nostre considerazioni.

Non abbiamo incluso quelle applicazioni che (come Signal) non permettono videochat di gruppo.

Jitsi

logo

L’abbiamo citato, quindi è giusto partire da qui.
Jitsi usa tecnologie open-source per avere audioconferenza a bassa latenza.
Il server lavora in SFU (Selective Forwarding Unit – unità di invio selettivo), ovvero piuttosto che rielaborare i flussi di tutti i partecipanti per combinarli, si limita a ripeterli (evitando di rimandarlo al sorgente).
Questo impegna parecchia banda, ma evita ritardi di elaborazione. Nel mondo della banda larga, uno scambio accettabile.
Richiede solo un browser, e sono disponibili delle app per dispositivi mobili. E’ estensibile, ed è possibile installarsi il server per farsi una propria infrastruttura.
Sicuramente, il punto di riferimento attuale nel mondo open-source, tanto che nei prossimi giorni ne parleremo con una serie di articoli qui sul portale.

Wire

wire logo

Da uno degli autori di Skype, una piattaforma di comunicazione (chat e file, oltre che video), con interessanti capacità di profilo multiplo, ad esempio per poter separare l’uso domestico da quello professionale.
Questo è un esempio di come open-source non voglia dire libero o gratis: il servizio è a pagamento.
È in realtà chi si compila i sorgenti a poter usare il servizio gratuitamente. È disponibile anche il server, che richiede comunque una discreta infrastruttura alle spalle (cassandra, elasticsearch, redis, S3, DynamoDB…)

Riot

riot logo hero

Anche in questo caso una piattaforma di comunicazione pensata per i gruppi di lavoro.
È usabile sia via browser che via app dedicata, sia desktop che mobile, e nella chat integra un sistema di videochiamata, anche di gruppo.
Software open-source e gratuito, permette sia l’uso con i server messi a disposizione dal progetto stesso che l’installazione in proprio.

jami

logo jami

Progetto GNU, che si traduce davvero in Free and Open Source Software (FOSS – software open-source e libero).
La caratteristica principale è di essere completamente distribuito: non richiede alcun server. O meglio: nessun server specifico. Una volta generato un ID (cosa che avviene al primo avvio dell’applicazione), questo viene registrato in una blockchain distribuita. Quando si dovrà contattare qualcuno, l’applicazione farà una ricerca nella blockchain per sapere se è online e come contattarlo.
Altra caratteristica davvero interessante è la criptazione end-to-end per tutte le conversazioni. Davvero interessante.
Sono disponibili anche chiamate di gruppo, gestite direttamente da chi la organizza: man mano che il chiamante aggiunge membri, farà da ripetitore per tutti. Questo vuol dire che il numero massimo di partecipanti è dettato dalla potenza del dispositivo chiamante. Ma vuol dire anche che anche queste sono completamente criptate.

Nextcloud Talk

Nextcloud Talk

Nextcloud è una piattaforma di file sharing open-source derivata da Owncloud. In pratica, un Dropbox privato, installato sui propri server.
Sono disponibili varie estensioni, fino a trasformarlo in una piattaforma di collaborazione piuttosto articolata, ed uno di questi componenti è Talk.
Si tratta di una chat che permette agli utenti registrati di comunicare tra loro, anche in gruppi.
Integrata nella chat, c’è un client webRTC per poter fare chiamate audio e video, anche di gruppo.
La soluzione non appare particolarmente agile né elegante, ma è installabile dall’interfaccia con un click. Inoltre, la configurazione è minimale e semplice, con l’autenticazione integrata con le utenze Nextcloud. Infine, anche per Talk esistono delle app per dispositivi mobili.
Per chi usa già un’installazione di Nextcloud, e non ha grosse pretese, è una soluzione valutabile.

Insomma, qualche alternativa open-source c’è davvero, ma se ne conoscete altre, siamo curiosi di conoscerle anche noi!

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

Fonte: https://www.miamammausalinux.org/2020/04/soluzioni-per-chat-e-videoconferenza-opensource/

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