Problemi hardware

By Peppe Labor

Soluzioni per problemi alle periferiche

Abbiamo appena acquistato una scheda madre, ma il DVD incluso nella confezione contiene solo quelli per Windows, dopo si possono trovare quelli per Linux?

La maggior parte dell’hardware non ha bisogno di alcun driver per funzionare nei sistemi Linux. Il kernel, infatti, mette a disposizione il supporto per un’ampia quantità di periferiche. Solitamente Linux riconosce i dispositivi nel momento stesso in cui vengono collegati, caricando i driver necessari senza il nostro l’intervento.

Alcune periferiche poi hanno driver separati, perché spesso utilizzano solo codice proprietario che non è incluso con il kernel. In questo caso, un CD LIVE come System Rescue o Knopping spesso riconosce il dispositivo (questi particolari programmi, infatti, tendono ad includere il supporto per tantissime periferiche).

Se l’hardware è un dispositivo interno che di solito compare in uscita da Ispci, basta usare l’opzione –k per sapere che tipo di hardware usa, poi dopo aver scoperto questa informazione, sarà sufficiente cercare il pacchetto che fornisce quello specifico driver. Per fare ciò usate o il gestore pacchetti o cercate direttamente nel web.

Se si tratta di un pacchetto standard, come nel caso di molte periferiche wireless, tutto quello di cui avete bisogno per mettere in funzione la periferica è compreso nel pacchetto stesso.

Il processo di installazione è simile a quello compiuto con i dispositivi USB, tranne per il fatto che bisogna utilizzare il comando Isusb e non c’è alcun equivalente per –k.

Se invece il kernel non supporta l’hardware o non riuscite a trovare niente dal gestore pacchetti, allora si dovrà ricorrere al sito del produttore. Se trovate un pacchetto DEB o RPM idoneo al vostro sistema, allora la soluzione sarà sicura. In caso contrario, assicuratevi di scegliere il driver adatto per l’architettura utilizzata e seguite attentamente le istruzioni di installazione.

CRASH CASUALI

Quando un computer evidenzia problemi di instabilità, e le cause non dipendono dal software, cosa si può fare?

Solitamente questo tipo di problema è riconducibile all’hardware. Infatti, un modulo RAM difettoso può essere uno dei principali imputati. Se poi consideriamo il modo in cui Linux si serve della memoria di sistema, è probabile che tali malfunzionamenti si verifichino più con il Pinguino che con Windows.

Scaricare l’applicazione Memtest86+ dal sito www.memtest.org e avviate il controllo della memoria all’avvio del PC. Se vengono rilevati errori, avete trovato il problema.

Un altro elemento da tener presente che può causare frequenti crash del sistema è il surriscaldamento del sistema. In questo caso provate ad eseguire un programma per monitorizzare le prestazioni, oppure scaricare un’applet per la barra delle applicazioni che vi consente di vedere la temperatura della CPU e dei dischi fissi.

Assicuratevi che tutte le prese d’aria del case siano libere e, se vi sentite pratici con il cacciavite, date un’occhiata alla pasta termoconduttiva presente tra il dissipatore e la CPU.

Per i computer desktop potrebbe esserci anche una terza causa, un alimentatore di scarsa qualità. Infatti le unità più economiche tendono spesso ad una rapida degradazione delle prestazioni con il passare del tempo, ciò provocherà danni anche agli altri componenti presenti nel PC. L’unica soluzione al problema sarà quella di sostituire l’alimentatore.

Problemi di stampa

Una “distro” Linux installata sul PC non ne vuole sapere di far funzionare la stampante, come fare per installare i driver?

La modalità in cui vanno installati i driver dipende dal modello della stampante che avete.

Il primo passo da compiere è quello di collegarsi al sito: http://linuxprinting.org e controllare il database presente. La soluzione ideale è quella di verificare prima le stampanti sul sito, almeno eviterete di perdere tempo inutilmente.

Per cercare la stampante sul sito, bisogna inserire la marca ed il modello, il motore di ricerca interno vi saprà dire se esiste il supporto e i driver adatti al vostro sistema.

CUPS, il sistema di stampa utilizzato da Linux, è dotato di parecchi driver; molto spesso, quindi, non si dovrà installare altro software, perché il riconoscimento della stampante avviene in modo automatico.

Tuttavia vi sono ulteriori driver nel pacchetto Gutenprint (Linuxprinting.org vi dirà se ne avrete la necessità).

La marca HP, ad esempio, fornisce driver Open Source per le sue stampanti, quindi se avete un modello di questo produttore, vi basterà installare il pacchetto hplip.

Altre aziende, invece, forniscono pacchetti binari Closed Source. Controllate se la vostra “distro” permette di scaricarli, altrimenti, come ultima risorsa, dovrete integrarli nel sistema seguendo le istruzioni presenti sul sito web del produttore della stampante.

Una volta che avete installato i driver giusti, sarà possibile impostare e configurare il dispositivo utilizzando lo strumento di amministrazione apposito, oppure si potrà utilizzare l’interfaccia web di CUPS.

Basterà puntare il browser all’indirizzo: http://localhost:631 e cliccare sul menù Amministrazione, poi su Aggiungi stampante e seguire le istruzioni.

OPZIONI per gli SSD

Come sostituire un disco fisso ed utilizzarne uno del tipo SSD?

Per installare un disco fisso SSD non c’è tanto da fare. I tipici strumenti di partizionamento possono andare bene sia per unità allo stato solido sia per quelle meccaniche. Nonostante gli SSD siano molto più veloci di un modello tradizionale, è consigliabile aggiungere noatime per le opzioni di mount in /etc/fstab. A questo punto, ci sono alcune opzioni per i vostri dati che vale la pena prendere in considerazione. Potete eseguire il backup della directory home e fare una nuova installazione su SSD, oppure nulla vieta di copiare tutto al suo interno.

Per farlo, è consigliabile eseguire il boot da un CD LIVE. Montate ogni partizione a parte gli swap in entrambe le unità, quindi utilizzate rsync per copiare ogni cosa su tutte le partizioni:

rsync –a /mnt/vecchia_partitione//mnt/nuova_partitione/

ci sarà bisogno di reinstallare Grub come bootloader, utilizzando il programma Rescatuxsolo con le nuove unità.

Il comando TRIMpermette di fare la pulizia nelle aree non più utilizzate per l’immagazzinamento dati.

Per abilitare il comando TRIM vi sono due modi, quello più semplice consiste nell’aggiungere relatimee scartare le opzioni di mount in /etc/fstab. L’unico inconveniente, tuttavia, è che questo può rallentare l’unità nelle fasi d’avvio del computer.

Per questo motivo in tanti preferiscono l’altro metodo, cioè eseguire fstrim quando il computer è già avviato. Un task Cron che può eseguire fstrim – – all una volta alla settimana dovrebbe bastare per qualsiasi evenienza.

L’opzione – – allabilita il TRIM per ogni file system che lo supporta, ignorando invece gli altri. Aggiungete poi l’opzione – – verbose cosi che Cron invii una sintesi di ciò che ha fatto.

Usando GParted si può partizionare qualsiasi disco fisso, che sia un modello SSD oppure di tipo meccanico non fa nessuna differenza.

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