Linux – Problemi di Sistema

By Peppe Labor

Risolvere le più comuni difficoltà

Lo spazio del disco fisso sembra esaurito; come recuperarlo?

Se il computer è diviso in più partizioni, la prima cosa da fare è capire come sono organizzate tramite il comando df:

df –h

Questo ci mostra lo spazio totale utilizzato e disponibile su ciascuna partizione.

Se nel computer c’è una /home separata, è opportuno capire se è proprio questa ad occupare la maggior parte della memoria. Le misure da adottare in questo caso, sono sempre le stesse, anche se è necessario essere root per effettuare la pulizia a dovere.

Per i file di sistema, le directory incriminate solitamente sono: /tmpe /var.

La prima è utilizzata per i file temporanei e spesso si satura di documenti vecchi e del tutto inutili soprattutto quando i processi lavorano senza poi far pulizia. Mentre /var/log contiene i file log di sistema e può riempirsi a dismisura quando un processo registra parecchi errori.

Date un’occhiata ai file di grandi dimensioni contenuti in queste cartelle e considerate se conviene eliminarli. Valutare la possibilità di installare logrotate, che ha il compito di tenere i file log sotto controllo. Per impostazione, questo programma avvia un nuovo registro settimanale e ogni sette giorni provvede a comprimere l’ultimo, mantenendo poi i log degli ultimi 28 giorni. Questa procedura permette così di risparmiare una notevole quantità di spazio.

Nella vostra cartella home, controllate la cartella download, il browser, la cache del mailer e anche la cartella .cache.

Potete poi utilizzare il comando du per verificare le dimensioni delle directory: du –sh* | sort –h

cosi facendo avrete un elenco dettagliato di tutti i file ordinati per grandezza.

Per valutare inoltre le cartelle nascoste, utilizzare questo comando:

du –sh .[0-9°-z]* | sort –h

Vi sono poi strumenti grafici per visualizzare l’utilizzo del disco (Filelight per KDE e Disk Usage Analyser per Gnome). BleachBit, invece è molto utile per identificare file non necessari come quelli presenti nella cache del Browser.

Linux registra quasi tutto e, nel momento in cui qualcosa va storto, i registri sono il primo posto dove guardare. Il registro di sistema è in /var/loge di solito lo trovate con il nome di massage o sylog secondo lo strumento utilizzato dalla distro. Se il programma foo si comporta male, provate a cercare messaggi con: grep foo /var/log/messages

Inoltre, potete guardare i messaggi di log immediatamente in tempo reale con: tail –f /var/log/messages

Questo comando consente di visualizzare nel registro le nuove voci appena compaiono. Eseguendo l’istruzione in un terminale, potrete così avere sotto controllo qualsiasi cosa accada, compreso capire al volo l’origine dei problemi. Il buffer del kernel può essere letto con il comando dmseg, utile se si hanno difficoltà con l’hardware.

Possiede anche l’opzione follow: dmesg – -follow utile quando si tratta di hardware connesso a caldo. Per vedere come vengono rilevate le periferiche integrate e gestite in fase di avvio, invece usate il comando:

dmesg | less dopo il boot.

Poi premere su / per cercare qualche informazione rilevante. Se la distro utilizza systemd, le voci di registro possono essere visualizzate con journalctl. Potete quindi procedere con:

journalctl – -follow oppure cercare gli errori dall’ultimo avvio con:

journalctl -b –p err

Che fine ha fatto la memoria?

Capita che la memoria si satura dopo l’esecuzione di Linux, come capire quale processo la sta usando in modo massiccio?

Questa situazione è perfettamente normale, Linux è progettato per funzionare in questo modo. La memoria libera corrisponde a una porzione di RAM inutilizzata che entra in azione quando è necessario incrementare le prestazioni del PC. Infatti il kernel di Linux alloca la memoria di cui i processi non si servono in modo da migliorare le attività.

Con il comando free –h lo potete vedere in modo chiaro.

Ad esempio: in un computer dotato di 16 GB di memoria fisica, solo 128 MB vengono segnalati come liberi. Al di fuori di questa, 13 GB sono utilizzati come buffer. In questo modo, l’accesso al disco è notevolmente migliorato, in quanto i dati vengono messi nella cache in attesa del prossimo utilizzo in scrittura e lettura. Se poi la memoria è necessaria per qualcosa di più importante, verrà subito resa disponibile.

È importante ricordare che non è solo il file system a rimanere in memoria.

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