Anche le console piangono: i flop più clamorosi della storia

By Jessica Lambiase

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Tornando indietro nel tempo si finisce per ripensare a ciò che la tecnologia ha regalato un po’ a tutti, qualche volta anche con scarso successo! Sistemi operativi, dispositivi strambi, software annunciati come successi planetari e rivelatisi poi un pugno di mosche… insomma chi più ne ha più ne metta!

Oggi in particolare vogliamo fare un salto indietro nel tempo e presentarvi i più grandi flop che hanno riguardato una precisa categoria di hardware: le console. Perché, sappiatelo, non tutte sono state fortunate come la PlayStation o la Xbox One!

Atari 5200 (1982)

Essere il successore di un successo non è cosa semplice: Atari l’ha scoperto con la console Atari 5200, pensata per raccogliere l’eredità della Atari 2600 – una console che ebbe tanto successo e che, di fatto, rese popolare il concetto alle masse pur non essendo la prima della sua categoria. Un successo colossale che la 2600 non è riuscita a far suo – complice anche la scarsa qualità del controller, la mancanza di titoli conosciuti, la dimensione imponente della console stessa e delle pratiche di marketing assolutamente opinabili.

Un flop che sancì, tra le altre cose, il lento ma inesorabile declino di Atari.

Sega Mega CD (1992 – 1996)

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L’idea di usare i CD per contenere i videogiochi, nel 1992, avrebbe potuto rendere celebre Sega: e l’avrebbe fatto, se la Sega CD fosse stata una console indipendente e non un add-on per il sistema Sega Mega Drive e se il suo prezzo non fosse stato molto vicino a quello del Mega Drive stesso.

Inoltre, anche per il Sega CD si presentò il problema dei giochi: pochi i titoli davvero avvincenti, tra l’altro lo spazio “in più” (rispetto all’epoca) che offriva l’archiviazione su CD non veniva usato per aumentare la qualità del gioco ma per riempirlo di filmati.

Panasonic 3DO (1993)

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Tremendo il nome ma innovativo il concetto: non si trattava infatti soltanto di una console ma di un’intera postazione da entertainment, in grado di riprodurre film, musica e quant’altro. Numerosi giochi disponibili per il 3DO erano degni di nota e la qualità della console era senza ombra di dubbio buona.

Una qualità che ha cercato di farsi pagare, fin troppo, condannando la console di Panasonic a rimanere relegata nei try-yourself dei supermercati e degli store di elettronica. Peccato.

Atari Jaguar (1994 – 1996)

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Presentata al pubblico soltanto un mese dopo la 3DO, la console Atari Jaguar era qualcosa di impressionante in termini di prestazioni. Prestazioni rimaste fini a se stesse, poiché i giochi disponibili erano piuttosto pochini. E poi, diciamocelo, quel controller era tutto fuorché comodo.

Sega Mega Drive 32X (1994 – 1995)

32x

Doveva essere una console entry-level per la (all’epoca) nuova generazione delle console a 32 bit ma Sega decise di rendere anche la 32X – così come aveva fatto per la Sega CD – una sorta di add-on per la Sega Mega Drive. Così come la CD anche la 32X è stata un flop, complice anche l’hype sulla quasi-contemporanea Sega Saturn…

Sega Saturn (1994 – 1998)

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…Peccato che anche la Saturn si sarebbe poi rivelata un flop. Dopo il fallimento della Sega CD e della 32X, infatti, la comunità aveva investito numerose aspettative su quella che doveva essere la console di punta di Sega, che grazie alla Mega Drive condivideva l’olimpo dei produttori con Nintendo; ma così non fu, perché i tempi per perfezionarla e commercializzarla furono troppo stretti rispetto alla data di rilascio annunciata.

E poi, diciamocelo, sull’altra sponda del fiume della competizione c’era una certa PlayStation che costava 100 dollari in meno e che avrebbe avuto il successo che avrebbe avuto…

Neo Geo CD (1994)

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Negli anni ’80-90, il 50% delle probabilità che chi si fermasse a giocare su un cabinato si imbattesse in una cartuccia Neo Geo erano belle alte, ma non andò esattamente così per la console Neo Geo CD, prodotta da SNK Playmore.

“Grazie” ai tempi di caricamento tremendamente lenti e ad un a grafica piuttosto scarsa rispetto a quella offerta dal Saturn e dalla PlayStation, la Neo Geo CD – che aveva l’obiettivo di ridurre i costi grazie al supporto ottico – era il classico componente hardware che “faceva figo” ma che entrò nelle case di pochissime persone.

Di quelli che oggi definiremmo hipster, in particolare.

Sega Nomad (1994)

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Ricordate la Mega Drive, quella console a cui più volte ci siamo riferiti in alto per sottolineare quello che all’epoca fu il successo di Sega? Bene, la Nomad era quella console che permetteva di avere i giochi per la Mega Drive a portata di mano. Ma quando Sega la rilasciò, la console “madre” era stata già abbandonata in favore di quella che poi sarebbe diventata la Dreamcast.

Tra l’altro, la Nomad aveva una pessima durata della batteria: decisamente una buona ricetta per sfociare in un flop.

Nintendo Virtual Boy (VR-32, 1995 – 1996)

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Il Virtual Boy di Nintendo è stato un caso a parte: non ha fallito per il prezzo, né per la qualità, né per la mancanza di giochi, né per qualche pratica di marketing sbagliata. Ha fallito perché a causa di quel 3D la gente che lo usava finiva per sentirsi letteralmente male: dal “semplice” affaticamento della vista al torcicollo, passando per il mal di testa e addirittura per la nausea.

Ne valeva la pena?

Sega Dreamcast (1998 – 2001)

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Ok, questa era bella. Davvero bella. E davvero buona. E i giochi erano ottimi. Ma Sega ha sbagliato i tempi, piazzandola sul mercato insieme alla PlayStation 2 di Sony, il cui predecessore era stato – come tutti sappiamo – un successo planetario.

Tra l’altro la PlayStation 2 offriva retrocompatibilità con i giochi della prima generazione, cosa che l’ha aiutata a mettere ancor più in ombra la povera Sega Dreamcast. Insomma, una strategia aziendale pessima che ha portato al flop di una console che prometteva più che bene (si dice che siano state vendute più Saturn che Dreamcast) e che ha fatto capire a Sega che produrre console “nun era arte sua”.

Infatti, dopo la Dreamcast, Sega decise di lasciar definitivamente perdere.

Nokia N-Gage (2003)

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Noi trentenni ricordiamo perfettamente il Nokia N-Gage, ricordiamo tutti quanto fosse bello avere un telefono che potesse diventare una console portatile da gioco, e ricordiamo quanto fosse scomodo avere una console portatile da gioco che inglobasse funzionalità da telefono senza avere un touchscreen o la possibilità di cambiare orientamento. Risultato: flop.

Insomma, la colpa dell’N-Gage di Nokia è stata quella di nascere prima del suo tempo: di fatto, oggi la maggior parte degli smartphone di fascia alta esistenti possono trasformarsi in un secondo in autentiche console portatili. E Nokia, come produttore di smartphone, non esiste più (almeno per il momento).

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