Chiude DNS0.EU: l’Europa saluta uno dei suoi DNS indipendenti

Chiude DNS0.EU: l'Europa saluta uno dei suoi DNS indipendenti

Questa settimana, il panorama della sovranità digitale europea ha registrato una perdita significativa: il servizio pubblico DNS europeo DNS0.EU è stato chiuso in modo improvviso, lasciando un vuoto importante per chi cercava soluzioni rispettose della privacy e conformi agli standard normativi dell’Unione Europea.

Con una concisa dichiarazione, la realtà responsabile del servizio ha specificato che che proseguire con l’attività non era più sostenibile:

Un servizio focalizzato su privacy e sovranità

DNS0.EU era noto per essere un resolver DNS pubblico senza scopo di lucro, fondato nel 2023 da Romain Cointepas e Olivier Poitrey e con sede in Francia.

Il servizio era stato concepito con l’obiettivo di garantire agli utenti un controllo più approfondito sulla propria riservatezza online, offrendo un’alternativa ai server DNS preimpostati dai fornitori di accesso a Internet, noti come provider Internet (ISP). Questa scelta nasce dalla necessità di evitare che le richieste di accesso ai siti web vengano automaticamente gestite da server esterni, spesso sotto il controllo diretto degli ISP, che potrebbero monitorare o registrare le attività di navigazione.

Il Sistema dei Nomi di Dominio, conosciuto come DNS, rappresenta una tecnologia essenziale per il funzionamento della rete: essa si occupa di convertire i nomi di dominio leggibili (ad esempio laseroffice.it) nei corrispondenti indirizzi IP numerici, indispensabili per raggiungere i server che ospitano i contenuti richiesti. Senza questa traduzione automatica, l’utente sarebbe costretto a memorizzare e digitare sequenze numeriche complesse per ogni sito web, rendendo la navigazione estremamente complicata.

In questo contesto, l’introduzione di un servizio DNS alternativo consente di personalizzare il comportamento della propria connessione, scegliendo server che rispettano maggiormente la privacy o che offrono funzionalità aggiuntive, come il blocco di contenuti malevoli o pubblicità invasive. Questo approccio è particolarmente apprezzato dalle utenti di una distribuzione GNU/Linux, che spesso privilegia soluzioni trasparenti e controllabili, in linea con i principi dell’open-source e della libertà digitale.

I fondatori di DNS0.EU avevano garantito caratteristiche cruciali per la sicurezza e la privacy digitale:

  • Funzionalità “no-logs” (assenza di registri).
  • Crittografia end-to-end per proteggere gli utenti da attività di spionaggio.
  • Protezione attiva contro i domini dannosi.

L’infrastruttura di DNS0.EU era estesa, operando su 62 server in 27 città in vari Stati membri dell’UE.

Insostenibilità e chiusura immediata

La sospensione del progetto è stata percepita come inaspettata. Nella comunicazione ufficiale, la realtà che gestiva il servizio, DNS0.EU, ha illustrato la situazione con chiarezza e franchezza, dichiarando:

Questa affermazione evidenzia le difficoltà organizzative e gestionali che possono emergere anche nei progetti tecnici più promettenti, soprattutto quando non vi è un supporto strutturato o una comunità sufficientemente ampia a garantirne la continuità. In particolare, per gli utenti di una distribuzione GNU/Linux, abituate a valorizzare servizi trasparenti e rispettosi della privacy, la chiusura di un’iniziativa come questa può rappresentare una perdita significativa.

La perdita per la sovranità digitale europea

Con la chiusura improvvisa di DNS0.EU, l’Europa ha perso una presenza rilevante nel panorama dei servizi DNS. DNS0.EU rappresentava una delle rare soluzioni pubbliche che operavano in piena conformità al GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) e che garantivano un funzionamento autonomo dalle infrastrutture statunitensi, evitando così il coinvolgimento di tecnologie soggette a normative esterne all’Unione Europea.

Il servizio si distingueva per la sua attenzione alla sovranità digitale e alla tutela delle utenti, offrendo un approccio coerente con gli standard europei in materia di riservatezza e sicurezza. Questo orientamento costituiva un elemento distintivo nel panorama dei DNS pubblici, spesso dominato da soluzioni che non garantiscono lo stesso livello di protezione normativa.

A seguito della disattivazione, le utenti che desiderano preservare la propria privacy e continuare a utilizzare servizi allineati agli standard europei sono state invitate dal gestore a valutare l’adozione di altri resolver DNS europei, come DNS4EU o NextDNS, che offrono caratteristiche simili in termini di rispetto della normativa e controllo dell’infrastruttura.

Fonte: https://www.dns0.eu/
Fonte: https://www.marcosbox.com/2025/10/27/addio-al-resolver-dns-europeo-chiude-dns0-eu/

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