Linux Day 2025: il kernel che ha conquistato il mondo

Linux Day 2025: il kernel che ha conquistato il mondo

Oggi, Sabato 25 ottobre 2025, torna in tutta Italia il Linux Day, la principale manifestazione nazionale dedicata alla promozione del software libero e della cultura open source, promossa dall’Italian Linux Society e organizzata localmente da decine di gruppi di appassionati, scuole, università e associazioni culturali.

Evento giunto alla sua 25ª edizione, è l’occasione perfetta per ripercorrere la storia del kernel Linux. Nato come progetto universitario, è diventato il cuore pulsante che, unendosi al progetto GNU e ad altri strumenti, ha dato origine ai sistemi operativi GNU/Linux. Oggi, queste distribuzioni sono alla base di server, dispositivi mobili, supercomputer e infrastrutture digitali in tutto il mondo.

Quando tutto è cominciato: il kernel Linux

Nel 1991 Linus Torvalds, un allora studente finlandese di informatica presso l’Università di Helsinki di soli 21 anni, pubblicò la prima versione del kernel Linux, la version 0.01, compatibile esclusivamente con architettura x86 e pensata come alternativa libera a Minix. Il codice era rudimentale: non supportava nemmeno la compilazione autonoma, richiedeva Minix per essere costruito, e mancava di funzionalità basilari come la gestione dei file system o il multitasking preemptive.

Con la versione del kernel Linux 1.0 rilasciata nel corso del 1994, il kernel Linux acquisì stabilità e introdusse il supporto per il networking TCP/IP, il file system ext2 e una struttura modulare che avrebbe permesso l’espansione futura.

Architetture supportate e abbandonate

Il kernel Linux è noto per la sua portabilità. Oltre a x86, nel tempo ha supportato:

  • SPARC (Sun Microsystems)
  • Alpha (DEC)
  • PowerPC (IBM, Apple)
  • MIPS (usato in router e embedded)
  • ARM (oggi dominante su mobile e embedded)
  • s390x (mainframe IBM)
  • RISC-V (architettura open-source emergente)
  • LoongArch (architettura cinese)
  • ARC, Xtensa, Nios II, Blackfin, e molte altre

Una panoramica completa delle architetture supportate è disponibile alla voce dedicata al kernel Linux su Wikipedia.

Alcune architetture sono state abbandonate per obsolescenza o mancanza di manutentori:

  • Motorola 68k
  • PA-RISC
  • Itanium (IA-64)
  • CRIS (Axis Communications)
  • Unicore32
  • Nomadik

La rimozione avviene spesso dopo anni di inattività, quando il codice diventa un peso per la manutenzione del kernel Linux principale.

Tappe evolutive del kernel Linux

  • Kernel Linux 2.0 (giugno 1996)
    • Introduzione del supporto SMP (Symmetric Multiprocessing) per sistemi multi-CPU
    • Miglioramenti nella gestione della memoria e del networking
    • Supporto per architetture multiple (inizialmente x86 e Alpha)
    • IPv6 non ancora incluso: il supporto sperimentale arriverà nella serie 2.1.x
  • Kernel Linux 2.4 (gennaio 2001)
    • Supporto nativo per USB 1.1 e PCMCIA
    • Introduzione di file system journaled come ext3 e ReiserFS
    • Miglioramenti nella scalabilità e nel networking (Netfilter/iptables)
    • Supporto per architetture embedded e sistemi a 64 bit
  • Kernel Linux 2.6 (dicembre 2003)
    • Scheduler O(1) per tempi di risposta costanti
    • Integrazione di SELinux come modulo di sicurezza
    • Introduzione di udev per la gestione dinamica dei dispositivi
    • Supporto esteso per architetture embedded (ARM, MIPS, PowerPC)
    • Integrazione di ALSA per l’audio e miglioramenti nel supporto USB 2.0
  • Kernel Linux 3.x (da luglio 2011)
    • Cambio di numerazione: da 2.6.39 a 3.0, senza modifiche strutturali radicali
    • Ottimizzazioni per ambienti desktop: gestione energetica, grafica, e I/O
    • Supporto migliorato per architetture ARM e virtualizzazione (KVM, Xen)
    • Integrazione di perf per il profiling delle prestazioni
  • Kernel Linux 4.x (da aprile 2015)
    • Introduzione del live patching (kpatch, kgraft) per aggiornamenti senza reboot
    • Supporto stabile per file system come Btrfs e F2FS
    • Integrazione completa per dispositivi NVMe e USB 3.x
    • Miglioramenti nella gestione energetica e nel supporto GPU (AMDGPU, Nouveau)
  • Kernel Linux 5.x (da marzo 2019)
    • Inclusione di WireGuard (da 5.6) come VPN moderna e sicura
    • Supporto per fscrypt e miglioramenti nella cifratura dei file system
    • Introduzione del lockdown mode per ambienti con Secure Boot
    • Supporto ufficiale per exFAT (da 5.4), grazie alla collaborazione con Microsoft
    • Estensione del supporto per architetture RISC-V e miglioramenti per ARM64
  • Kernel Linux 6.x (da ottobre 2022)
    • Introduzione sperimentale di Rust come secondo linguaggio nel kernel (da 6.1)
    • Ottimizzazioni per workload paralleli e sistemi multi-core
    • Supporto per acceleratori AI e nuove interfacce per dispositivi eterogenei
    • Miglioramenti nei sottosistemi di scheduling, memoria e sicurezza
    • Estensione del supporto per nuove architetture (es. LoongArch)

Per dettagli aggiornati sulle versioni, consultare kernel.org.

Diffusione e adozione

Linux è oggi il kernel dominante in numerosi ambiti:

  • Server: oltre il 90% dei server web e cloud gira su kernel Linux. È la base di containerizzazione (Docker, Kubernetes) e virtualizzazione (KVM, QEMU).
  • Supercomputer: il 100% dei sistemi nella classifica TOP500 usa kernel Linux.
  • Mobile: Android, basato sul kernel Linux, è il sistema operativo più diffuso al mondo. Il kernel Android è una fork (cioè una copia modificata del kernel Linux originale) con patch specifiche per il mobile (modifiche al codice pensate per adattarlo agli smartphone e tablet), ma con sempre più convergenza verso il mainline (progressiva integrazione delle modifiche nel ramo ufficiale del kernel Linux mantenuto su kernel.org).
  • Embedded: router, NAS, TV, automobili, dispositivi industriali. Il kernel Linux è lo standard de facto.
  • Desktop: dopo decenni di marginalità, i sistemi GNU/Linux hanno guadagnato terreno grazie a driver open-source maturi, ambienti desktop moderni (GNOME, KDE), e distribuzioni user-friendly (Ubuntu, Fedora, Linux Mint). Il supporto Wayland, PipeWire e Flatpak ha ulteriormente migliorato l’esperienza utente.

La diffusione dell’ecosistema GNU/Linux continua a crescere, come confermano le statistiche di adozione in ambito desktop, da sempre considerato l’ultima frontiera dopo il consolidamento sugli altri fronti.

Gestione del kernel e modello di sviluppo

Il kernel Linux è gestito da migliaia di sviluppatori in tutto il mondo, coordinati da Linus Torvalds e da un gruppo di maintainer (responsabili della revisione e integrazione del codice nei vari sottosistemi). Il modello di sviluppo è basato su rilasci regolari (ogni 9–10 settimane), con un ciclo di merge window (periodo iniziale in cui vengono accettate nuove modifiche), test (verifiche funzionali e di regressione), e stabilizzazione (fase finale per correggere bug e consolidare il rilascio). Il codice è ospitato su kernel.org (sito ufficiale del progetto) e ogni commit (modifica registrata nel sistema di controllo versione) è tracciato con firma crittografica (meccanismo di autenticazione che garantisce l’integrità e l’autorevolezza del contributo)

Il kernel Linux è suddiviso in sottosistemi funzionali, ciascuno responsabile di un ambito specifico:

  • Scheduler: gestisce l’assegnazione della CPU ai processi.
  • Memory management: controlla l’allocazione e la protezione della memoria.
  • Networking: implementa protocolli e interfacce di rete.
  • File system: gestisce l’accesso ai dati su disco.
  • Driver: fornisce supporto per periferiche hardware.
  • Architetture: contiene il codice specifico per le CPU supportate.
  • Sicurezza: include meccanismi di controllo degli accessi e protezione del sistema.

Ogni sottosistema è seguito da uno o più maintainer (sviluppatori responsabili della revisione e integrazione del codice), che coordinano le modifiche e gestiscono le mailing list (canali pubblici di discussione tecnica via email).

Le patch (modifiche al codice sorgente) vengono discusse pubblicamente, testate con strumenti automatici come:

  • kselftest (insieme di test integrati nel kernel per verificarne il comportamento)
  • syzbot (sistema automatizzato che genera test casuali per scoprire bug)
  • LKMM (Linux Kernel Memory Model, verifica la coerenza delle operazioni di memoria)

Solo dopo revisione e approvazione, le patch vengono integrate nel repository software ufficiale ospitato su The Linux Kernel Archives (sito kernel.org, punto centrale per il codice sorgente e le versioni del kernel Linux).

Conclusione

Il kernel Linux non è solo un componente tecnico: è un ecosistema, una piattaforma, una base su cui si costruisce il futuro del computing. La sua storia è fatta di evoluzione costante, adattabilità architetturale e una comunità globale che ha saputo trasformare un progetto universitario in uno dei pilastri dell’infrastruttura digitale mondiale.

Nel 2025 celebriamo il 25º anniversario del Linux Day in Italia, un evento distribuito che da un quarto di secolo promuove il software libero, la cultura aperta e la sovranità digitale. Scopri le iniziative locali, i talk, i laboratori e i momenti di condivisione sul sito Web dedicato all’evento: linuxday.it.

Se anche tu credi nella collaborazione tra pari, nella trasparenza e nella potenza dell’open source, questo è il momento di esserci. Partecipa, contribuisci, racconta la tua esperienza: il kernel Linux è vivo grazie a chi lo usa, lo migliora e lo difende ogni giorno.

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