MIT e Apache 2.0 guidano le licenze open source nel 2025

MIT e Apache 2.0 guidano le licenze open source nel 2025

Secondo l’Open Source Initiative, un’organizzazione no-profit che promuove e tutela il software open source, le licenze MIT e Apache 2.0 continuano a essere più consultate nel 2025. L’organizzazione ha pubblicato la classifica annuale delle licenze open source più visualizzate, riflettendo le preferenze e le priorità di sviluppatori, organizzazioni e comunità in tutto il mondo. Questo non implica necessariamente che le sezioni più consultate siano anche le più utilizzate, ma è una deduzione plausibile.

Al primo posto della classifica del 2025 si conferma la licenza MIT, che mantiene da anni la sua posizione di leadership come licenza open source più ricercata. Con circa 1,53 milioni di visualizzazioni di pagina e 925.000 visitatori unici, la licenza MIT si distingue per i suoi termini permissivi e per le minime restrizioni imposte agli utenti. Queste caratteristiche la rendono particolarmente adatta a una vasta gamma di progetti, dai repository software personali fino a prodotti commerciali su larga scala. La sua semplicità e flessibilità permettono agli sviluppatori di utilizzare, modificare e distribuire il codice senza vincoli eccessivi, favorendo così l’innovazione e la collaborazione.

Al secondo posto si posiziona la licenza Apache 2.0, che ha registrato 344.000 visualizzazioni di pagina e 245.000 visitatori unici. Questa licenza è apprezzata soprattutto per la sua chiara concessione di brevetti e per i termini ben definiti che regolano i contributi al progetto. È una scelta comune per progetti aziendali e per soluzioni cloud-native, dove la compatibilità con ecosistemi software più ampi è fondamentale. La licenza Apache 2.0 offre una protezione legale robusta, rendendola ideale per ambienti in cui la proprietà intellettuale e la collaborazione tra diverse entità sono aspetti critici.

Anche la famiglia di licenze BSD occupa una posizione di rilievo nella classifica. In particolare, la BSD 3-Clause ha ottenuto 214.000 visualizzazioni di pagina e 173.000 visitatori, mentre la versione più semplificata, la BSD 2-Clause, ha registrato 128.000 visualizzazioni e 104.000 visitatori. Queste licenze sono spesso utilizzate in contesti accademici e per lo sviluppo di software di infrastruttura, grazie alla loro natura permissiva e alla mancanza di vincoli stringenti.

Le licenze GNU General Public License, nelle loro versioni 2.0 e 3.0, mantengono un interesse costante nel 2025, con un totale di oltre 130.000 visualizzazioni di pagina. Queste licenze sono note per il loro approccio copyleft forte, che impone la condivisione delle modifiche apportate al codice originale. Sono particolarmente diffuse nello sviluppo di software di sistema, come i kernel Linux delle distribuzioni GNU/Linux, dove la filosofia di condivisione reciproca è considerata essenziale.

Oltre a queste licenze principali, la classifica dei primi 20 posti include anche altre opzioni che rispondono a esigenze specifiche della comunità. Tra queste, la licenza ISC, la LGPL 3.0, la Open Font License (OFL 1.1) e la Mozilla Public License 2.0 (MPL-2.0). Queste licenze coprono un ampio spettro di necessità, dalle soluzioni permissive a quelle con copyleft debole, fino a licenze specializzate per progetti non strettamente software, come la 0BSD e la AGPL-v3.

La classifica dell’Open Source Initiative si basa sul numero di visualizzazioni di pagina generate da utenti umani nel corso del 2025. Questo metodo tiene conto di diversi punti di accesso ai contenuti delle licenze e cerca di escludere il traffico generato da bot (abbreviazione di robot) o crawler (motori di ricerca). Tuttavia, i dati reali potrebbero essere superiori a causa dell’utilizzo di blocchi pubblicitari e di altre limitazioni nel tracciamento.

Quali sono le conclusioni principali? Le licenze permissive, come la MIT e la Apache 2.0, continuano a dominare il panorama open source nel 2025. La loro capacità di offrire minime restrizioni e una compatibilità ampia le rende ideali per lo sviluppo moderno, soprattutto in ambiti commerciali, cloud e infrastrutturali. Queste licenze favoriscono la collaborazione e l’innovazione, consentendo agli sviluppatori di integrare il codice open source nei propri progetti senza dover affrontare complessità legali eccessive.

D’altro canto, le licenze copyleft, come la GPL-2.0 e la GPL-3.0, rimangono rilevanti, ma il loro utilizzo è sempre più concentrato nello sviluppo di software di sistema e in progetti che danno priorità alla condivisione reciproca delle modifiche. Le licenze con copyleft debole, come la LGPL-3.0 e la MPL-2.0, continuano a rappresentare un compromesso per progetti che cercano di bilanciare l’apertura con l’integrazione in soluzioni proprietarie.

Infine, i dati del 2025 confermano una tendenza già osservata negli anni precedenti: le licenze permissive dominano l’interesse e l’utilizzo da parte degli sviluppatori. Il confronto con la classifica del 2024 mostra una stabilità nelle preferenze, con una domanda costante per le stesse licenze di base. Questo suggerisce che i progetti open source continuano a privilegiare flessibilità, contributi comunitari e chiarezza legale come elementi fondamentali per la scelta della licenza.

Per approfondire, è possibile consultare la classifica completa sul sito dell’Open Source Initiative.

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