Amazon Ring: la nuova frontiera della sorveglianza di massa e il ritorno al techno-autoritarismo

Negli ultimi anni, Amazon Ring si è affermata come una delle tecnologie più controverse nel panorama della smart home, trasformandosi da semplice campanello con videocamera a fulcro di un vasto sistema di sorveglianza domestica. Recentemente però, l’azienda ha preso una direzione preoccupante: sta cancellando molte delle riforme implementate in passato per tutelare la privacy degli utenti, tornando a favorire l’accesso diretto delle forze dell’ordine ai dati video, con potenziali rischi gravissimi per le libertà civili.
Un passo indietro per la privacy
Dopo la pressione pubblica e una serie di scandali legati a usi impropri dei dati raccolti da Ring, l’azienda aveva introdotto importanti misure di sicurezza, come la crittografia end-to-end e la cessazione delle partnership formali con la polizia. Questi cambiamenti avevano rappresentato un miglioramento per proteggere gli utenti dal potere eccessivo delle forze dell’ordine di accedere ai video delle loro case.
Oggi, tuttavia, Ring sta invertendo la rotta: l’azienda sta reintroducendo strumenti che permetteranno alle autorità di richiedere filmati direttamente agli utenti e persino di accedere in diretta alle loro telecamere di sicurezza, se questi acconsentono. Questo ritorno alle vecchie pratiche non solo mina la fiducia degli utenti, ma li espone a forme più invasive di sorveglianza.
AI come scusa per la sorveglianza potenziata
Con il ritorno di Jamie Siminoff alla guida, Ring si sta inoltre riposizionando come un’azienda “AI-first”, una strategia che lascia intuire l’introduzione imminente di sofisticati sistemi di analisi video basati su intelligenza artificiale, come il riconoscimento facciale o altre tecnologie di monitoraggio avanzate. Questa svolta solleva grandi preoccupazioni sulla privacy, poiché un dispositivo domestico “AI-first” rischia di diventare uno strumento ancora più invasivo al servizio del controllo sociale.
Il contesto più ampio: il profitto sulla libertà
È importante sottolineare che queste mosse non sembrano essere motivate da reali esigenze di sicurezza pubblica, visto che i livelli di criminalità violenta negli USA sono prossimi ai minimi storici. Piuttosto, la vera ragione sembra essere economica: Ring vuole cavalcare l’onda del techno-autoritarismo, un modello di autoritarismo potenziato dalla sorveglianza tecnologica, dove le aziende lucrano sui diritti alla privacy e sulla diminuzione delle libertà civili.
Questo fenomeno non è isolato. Grandi aziende del settore tech, come Google, hanno recentemente ritrattato impegni etici precedenti, aprendo le porte alla profittabilità attraverso contratti con la difesa e le forze dell’ordine. Ring si inserisce in questo trend preoccupante, diventando uno strumento chiave per la sorveglianza di massa.
Cosa significa per gli utenti?
Chi utilizza dispositivi Ring deve essere consapevole che il proprio diritto alla privacy è in pericolo. La tecnologia che una volta prometteva sicurezza domestica si trasforma sempre più in una minaccia per la libertà personale. Gli utenti dovrebbero valutare con attenzione i rischi e chiedere trasparenza e misure di protezione più rigorose, oltre a sostenere politiche che regolamentino severamente l’accesso alle loro informazioni da parte delle autorità.
Questo cambiamento di rotta da parte di Amazon Ring evidenzia la necessità di una vigilanza costante e di un impegno collettivo per difendere la privacy in un mondo sempre più sorvegliato.
Fonte: https://www.eff.org/deeplinks/2025/07/amazon-ring-cashes-techno-authoritarianism-and-mass-surveillance
Fonte: https://www.marcosbox.com/2025/09/06/amazon-ring-la-nuova-frontiera-della-sorveglianza-di-massa-e-il-ritorno-al-techno-autoritarismo/
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