Rilasciato LXD 6.6: il gestore di container e macchine virtuali arriva con nuove funzionalità avanzate

LXD è un moderno gestore di container di sistema e macchine virtuali, sviluppato da Canonical, l’azienda dietro Ubuntu. Progettato per offrire un ambiente sicuro, scalabile e con un peso sul sistema minimo, LXD consente di gestire carichi di lavoro in modo semplice ed efficiente, sia su un singolo laptop che su migliaia di istanze in un data center. L’applicazione è open source, distribuita con licenza Apache 2.0, e si rivolge a un’ampia gamma di utenti: sviluppatori, amministratori di sistema, aziende e educatori che necessitano di un ambiente di virtualizzazione leggero e performante.
LXD è progettato per funzionare nativamente su sistemi operativi GNU/Linux, supportando tutte le principali distribuzioni (Ubuntu, Debian, Fedora, Arch Linux, openSUSE, ecc.). Grazie alla virtualizzazione, LXD consente inoltre di eseguire altri sistemi operativi, come Windows, all’interno di macchine virtuali gestite tramite la stessa interfaccia.
L’applicazione è disponibile per:
- GNU/Linux (tutte le distribuzioni principali, tramite pacchetti nativi, snap o repository software);
- macOS (tramite strumenti di virtualizzazione o ambienti containerizzati);
- Windows (attraverso il sottosistema Windows per Linux, WSL, o soluzioni di virtualizzazione).
LXD si integra perfettamente con i principali strumenti di deployment e orchestrazione, tra cui:
- Kubernetes, per la gestione di cluster di container e macchine virtuali in ambienti cloud-nativi;
- OpenStack, per l’integrazione in infrastrutture cloud private o ibride;
- Terraform, per l’automazione della creazione e gestione delle risorse infrastrutturali.
Questa versatilità permette di adottare LXD in contesti eterogenei, dalla sviluppo locale su un singolo laptop alla gestione di infrastrutture cloud scalabili, offrendo un’esperienza coerente e unificata indipendentemente dall’ambiente di deployment.
LXD si basa su tecnologie consolidate come LXC (Linux Containers) per i container e QEMU per le macchine virtuali, garantendo isolamento, sicurezza e prestazioni elevate. La sua architettura image-based permette di avviare container o macchine virtuali in pochi secondi, sfruttando repository software pubblici o privati per la distribuzione delle immagini.
L’attuale versione LXD 6.6 è stata rilasciata ieri 25 novembre 2025. La versione stabile precedente è stata LXD 6.5, rilasciata 4 mesi fa, il 22 luglio 2025.
Novità in LXD 6.6
LXD 6.6 introduce una serie di miglioramenti significativi, focalizzati su gestione avanzata dei cluster, integrazione con Kubernetes, recupero dei volumi, supporto a nuovi driver di storage e miglioramenti dell’interfaccia utente.
Gestione avanzata dei cluster e delle istanze
- Gruppi di posizionamento (placement groups): gli amministratori possono ora controllare con maggiore precisione la distribuzione di macchine virtuali e container tra i membri di un cluster, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e migliorando l’affidabilità.
- Driver CSI (Container Storage Interface) per Kubernetes: è stato introdotto un nuovo driver CSI che semplifica la gestione dei volumi in ambienti Kubernetes, integrandosi in modo nativo con i workflow di storage di Kubernetes.
Storage e recupero dati
- Recupero dei volumi personalizzati: migliorata la capacità di recupero dei volumi personalizzati, garantendo una maggiore coerenza tra gli snapshot delle istanze e dei volumi.
- Supporto per HPE Alletra: aggiunto il supporto per lo storage enterprise HPE Alletra, ideale per ambienti aziendali che richiedono soluzioni di storage ad alte prestazioni e scalabilità.
- Comportamento coerente tra snapshot: le operazioni di snapshot su istanze e volumi ora seguono un comportamento uniforme, riducendo il rischio di incoerenze nei dati.
Miglioramenti per le macchine virtuali
- Allocazione persistente del bus PCIe: le macchine virtuali ora mantengono stabili i percorsi hardware del bus PCIe anche dopo il riavvio, garantendo una maggiore affidabilità per le applicazioni che dipendono da dispositivi hardware specifici.
- Supporto per progetti con volumi dedicati: è ora possibile configurare volumi di immagini e backup specifici per ogni progetto, migliorando l’isolamento delle risorse e semplificando la gestione di ambienti multi-tenant o multi-progetto.
Rete e sicurezza
- Configurazione avanzata di OVN: le reti basate su OVN (Open Virtual Network) ora supportano intervalli DHCP configurabili, inoltri di rete interni e bilanciatori di carico interni, consentendo la creazione di topologie di rete virtuali più complesse e flessibili.
- Autenticazione OpenID Connect: migliorata la compatibilità con provider di identità esterni basati su OpenID Connect, semplificando l’integrazione con sistemi di autenticazione aziendali.
Interfaccia utente e strumenti
- Generazione integrata di chiavi SSH: l’interfaccia utente ora include la generazione di chiavi SSH, semplificando la configurazione dell’accesso remoto.
- Report dettagliati per azioni bulk: le operazioni su più istanze (ad esempio, avvio, arresto o migrazione) ora forniscono report più dettagliati, facilitando il monitoraggio e la risoluzione di eventuali problemi.
- Impostazioni di login a livello di progetto: è possibile configurare impostazioni di accesso specifiche per ogni progetto, migliorando la sicurezza e la personalizzazione.
- Configurazione chiara dei driver di storage: l’interfaccia utente offre ora una configurazione più intuitiva per i driver di storage, riducendo la complessità per gli utenti meno esperti.
- Preferenze di connessione terminale: gli utenti possono salvare le preferenze di connessione per singole istanze, ottimizzando il workflow quotidiano.
Strumenti e compatibilità
- Pylxd 2.3.7 e Terraform Provider 2.6.1: gli strumenti di automazione e gestione sono stati aggiornati per garantire la piena compatibilità con le nuove API di LXD 6.6.
- Binari aggiornati: disponibili per Linux, macOS e Windows, garantendo una distribuzione omogenea su tutte le piattaforme supportate.
Riferimenti ufficiali e download
LXD 6.6 rappresenta un ulteriore passo avanti nella gestione avanzata di container e macchine virtuali, offrendo strumenti potenti e flessibili per ambienti di produzione, sviluppo e testing. Le nuove funzionalità e i miglioramenti introdotti rendono questa versione particolarmente adatta a scenari enterprise e multi-tenant, dove affidabilità, sicurezza e scalabilità sono requisiti fondamentali.
LXD è distribuito principalmente tramite il formato snap, che ne semplifica l’installazione e l’aggiornamento. Per installare LXD su sistemi che supportano snap, è possibile utilizzare il comando:
sudo snap install lxd
Gli utenti che dispongono già di una versione precedente possono aggiornarla tramite il comando:
sudo snap refresh lxd
Per le distribuzioni che non supportano snap, è possibile installare LXD tramite i repository software ufficiali della propria distribuzione GNU/Linux o utilizzando i binari precompilati, disponibili per i sistemi GNU/Linux, macOS e Windows.
Per ulteriori dettagli tecnici, configurazioni avanzate o esempi pratici, è possibile consultare la documentazione ufficiale di LXD, che fornisce una panoramica completa delle funzionalità, delle API e delle best practice per l’utilizzo dell’applicazione.
Per approfondire le novità introdotte in questa versione, è possibile consultare l’annuncio ufficiale di LXD 6.6, dove sono riportati i dettagli tecnici e le motivazioni dietro le principali innovazioni.
La pagina del changelog (registro delle modifiche) della nuova versione LXD 6.6 su GitHub offre una panoramica completa di tutte le modifiche introdotte, tra cui correzioni di bug, miglioramenti minori e aggiornamenti delle dipendenze, elementi particolarmente utili per sviluppatori e amministratori di sistema che desiderano valutare l’impatto dell’aggiornamento. Inoltre, alla fine della pagina sono disponibili i file per il download nei diversi formati. Oltre ai pacchetti precompilati per i principali sistemi operativi come GNU/Linux, macOS e Windows per le architetture x86_64 e aarch64, sono presenti anche gli archivi compressi in formato tarball e il codice sorgente.
Fonte: https://discourse.ubuntu.com/t/lxd-6-6-has-been-released/72476/3
Fonte: https://github.com/canonical/lxd/releases/tag/lxd-6.6
Fonte: https://linuxiac.com/lxd-6-6-container-virtual-machine-manager-released/
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